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Pubblicato il 27 Novembre, 2025

Di Ing. Riccardo Borghetto, amministratore unico Lisa Servizi.

Girando per le grandi aziende, colpisce sempre la forte enfasi posta sui numeri della sicurezza:

  • display all’ingresso che mostra i giorni dall’ultimo infortunio;
  • diagrammi mensili con caselle colorate: verde se tutto ok, arancione se c’è un near miss, rosso se c’è stato un infortunio;
  • grafici, trend, KPI reattivi in ogni bacheca;
  • politiche con l’obiettivo “Zero Infortuni”, spesso lontanissimo e piĂą simile a un sogno che a un target realistico.

In alcuni casi la riduzione degli infortuni entra perfino nel premio di produzione: una scelta che, anche senza cattive intenzioni, rischia di creare comportamenti distorsivi e la tentazione di nascondere gli eventi minori.

Quando la forma supera la sostanza

A fronte di tutto questo focus sui numeri, spesso manca ciò che serve davvero per prevenire gli infortuni:

  • servizi HSE sottodimensionati;
  • problemi di processo o di layout mai risolti;
  • assenza di procedure critiche come Lockout/Tagout o una gestione efficace del Management of Change;
  • scarsa applicazione delle 5S;
  • Totale assenza di BBS o di una efficace gestione dei cambiamenti
  • prioritĂ  operative che, sotto pressione, spingono a “fare comunque”, anche prendendosi qualche scorciatoia a rischio.

La realtà è semplice: non è mettendo un numero su un display che gli infortuni diminuiscono.

 home blog Prevenzione degli infortuni: troppa enfasi sui numeri, poca sulla sostanza

Immagine realizzata con IA.

Un equivoco molto diffuso

La popolarità della piramide di Heinrich/Bird sta generando un altro equivoco: l’idea che riducendo gli infortuni minori (scivolamenti, abrasioni, urti, ecc.) si riducano automaticamente anche quelli gravi e mortali.

Non è così.

La letteratura piĂą recente e la pratica sul campo mostrano che per ridurre gli eventi piĂą seri servono controlli ferrei sulle Golden Rules e un cambiamento culturale profondo:
safety leadership, capacitĂ  di fermarsi, segnalare, discutere, proporre. In altre parole, trasformare i lavoratori da semplici esecutori di regole altrui a protagonisti attivi della prevenzione.

Se il top management vuole davvero dimostrare che la sicurezza è una priorità…

…potrebbe esporre in bacheca gli investimenti fatti, le azioni di miglioramento approvate, i problemi strutturali risolti.
Questi sono segnali reali, non i cartelli “Safety First”.

Nel mondo ambientale esiste una normativa contro il greenwashing.
Nel mondo della sicurezza, purtroppo, no: e qualche volta si vede.

 

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