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Pubblicato il 20 Agosto, 2015

Veneto: rimosso l’obbligo linee vita

Regione Veneto; rimosso l’obbligo delle linee vita

Commento a cura ing. Borghetto

Il consigliere Regionale della Lega Nord, Giampiero Possamai ha comunicato “Finalmente è stato cancellato il dispendioso obbligo a cui attualmente devono attenersi i costruttori e i proprietari di edifici, costretti dalla legge precedente a mantenere installate, anche nella fase successiva all’intervento edilizio, le strutture di protezione a carattere permanente che consentano l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza”. 

La norma, volta a modificare la normativa di sicurezza nei cantieri edili è stata considerata un inutile costo burocratico è stata votata all’unanimità.

 

Sempre dal Consiglio Regionale (30/9/2014) a seguito dell’evento di Adria leggiamo: Sicurezza sul lavoro: il “Patto” diventa una responsabilità condivisa

 

Venezia 30 settembre 2014 – Un minuto di silenzio: così si è aperto a Palazzo Ferro Fini il tavolo di lavoro convocato dal Consiglio Regionale e a cui erano invitate tutte le categorie economico-produttive della regione. All’appuntamento – aperto dal presidente del Consiglio Regionale ricordando la tragedia che ha stroncato quattro vite ad Adria, i due operai travolti da 700 tonnellate di mais a Cremona, l’operaio di 87anni schiacciato da un muletto mentre lavorava in un’acciaieria vicentina ed anche la recentissima morte di un agricoltore a San Vito di Cadore, finito sotto il trattore che stava guidando nella sua campagna – erano presenti il presidente Clodovaldo Ruffato, il presidente della terza Commissione, Luca Baggio, l’assessore Elena Donazzan, numerosi consiglieri, più le delegazioni di Cgil, Cia, Coldiretti, Confagricoltura, Confartigianato, Confcommercio, Copagri e CNA Veneto, per un totale di circa cinquanta presenze. “Sono 46 i morti registrati dall’inizio dell’anno nella nostra regione”, ha detto Clodovaldo Ruffato, “con un computo complessivo nazionale che ormai ha raggiunto i 719 decessi. Una cifra impressionante, ancor più preoccupante se pensiamo che le molte e buone leggi esistenti non sono sufficienti ad evitare questi eventi. La partecipazione al dolore da parte di noi che siamo Istituzione, non può fermarsi al lutto e alla partecipazione alle sofferenze delle famiglie. Mentre la crisi economica non molla la presa siamo coscienti che il rischio che si corre, sia da parte degli imprenditori che da parte dei lavoratori, é di abbassare la guardia proprio sulla sicurezza. Per questo abbiamo invitato tutte le categorie a questo appuntamento odierno, per esprimere un reciproco impegno che impedisca che queste tragedie accadano ancora”. “Anche una sola vita salvata – ha aggiunto il Presidente – è un risultato, ma noi vorremmo che oggi uscisse un vero e proprio patto per la sicurezza. Un protocollo vasto che tutti si impegnano a far rispettare”. Le morti bianche non sono unicamente un triste computo numerico, ma, per dirla con le parole del Presidente Giorgio Napolitano, “una drammatica piaga sociale” verso cui non è possibile abbassare la guardia. E il Consiglio ha così cercato oggi di identificare, attraverso le voci dei diversi soggetti coinvolti, i passi concreti da realizzare per contrastare quella ferita che “colpisce soprattutto quando ci si dimentica che la sicurezza e la vita dei lavoratori viene prima di ogni altro fattore produttivo”. “Avviamo oggi un tavolo di concertazione autenticamente sinergico per arrivare ad un patto per la sicurezza che venga incontro alle esigenze dei lavoratori e delle categorie interessate”, ha sottolineato Luca Baggio ed il primo obiettivo raggiunto è stata l’assoluta coesione dei diversi gruppi politici rappresentati in Consiglio su questi argomenti che poco spazio lasciano alle diverse estrazioni politico-culturali. Per Roberto Fasoli (PDV) è la cultura della sicurezza il primo obiettivo da perseguire, “decidendo tutti insieme che il raggiungimento della sicurezza sul lavoro non è un costo, ma una piattaforma da cui partire”. E quindi: “tutti facciano la loro parte, nel rispetto dei contratti e delle norme: questo è il senso di un discorso politico che parte dal cordoglio, ma giunge alle decisioni e all’operatività”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche gli interventi di Claudio Niero (PDV), Stefano Peraro (UDC) e Graziano Azzalin (PDV), mentre Lucio Tiozzo (capogruppo PDV), ha rilanciato: “La bontà dell’iniziativa odierna ci fa chiedere di dedicare, con articolo di legge, una giornata annuale alla sicurezza sul lavoro e alle morti bianche, in modo tale che questa nostra iniziativa resti scolpita nella politica veneta”. “Il lavoro in Consiglio non equivale ad una prima volta”: Pietrangelo Pettenò (FSV) ha ricordato infatti una sua proposta di legge – la nr.12, 27.4.2010 – che era stata presentata proprio per coordinare gli enti che dovrebbero operare per la sicurezza, “testo oggi da riprendere con urgenza”. Ed anche Patrizio Tonon (CGIL) ha chiesto di “non ripartire da zero”, utilizzando una pre-esistente bozza di protocollo veneto tra lavoratori e imprenditori. Ma soprattutto il sindacalista ha chiesto di non dimenticare le famiglie delle vittime sul lavoro, ipotizzando un piano di investimenti mirato soprattutto ai figli rimasti orfani in fase scolare. Gli interventi delle categorie datoriali ed economiche hanno sottolineato l’importanza del passaggio da una cultura del controllo alla cultura della formazione (tema sviluppato sia da Luigi Bassani, Confagricoltura Veneto, che da Luigi Fiorot, CNA), con Ferruccio Righetto (Confartigianato), che ha sottolineato “l’importanza della messa in rete delle buone pratiche come nuovo approccio formativo su cui costruire competenze occupazionali improntate alla sicurezza effettiva e non solo formale”. Proprio sul tema “educativo-formativo” si sono soffermati anche Sandro Sandri (NCD) e Vittorino Cenci (Lega): “serve un approccio di tipo educazionale, non sanzionatorio: non serve unicamente sanzionare, ma anche educare alla cultura della legalità e della sicurezza”. Per l’assessore Elena Donazzan l’obiettivo strategico più importante “è puntare sulla bilateralità”; ed inoltre occorre implementare un approccio formativo già in età scolare: “partiamo dalle scuole, entriamo in profondità sul territorio e i risultati li avremo radicati duraturi nel tempo”. In un clima di reale coesione, la sintesi del tavolo di lavoro è arrivata dal presidente del Consiglio regionale: “La cultura della sicurezza e della salute sui luoghi di lavoro si ottiene solo con il coinvolgimento completo e convinto delle parti e oggi più che mai abbuiamo visto che questo è possibile”, ha concluso Clodovaldo Ruffato. “Adesso impegniamoci tutti: entro un mese ci ritroveremo per finalizzare quello che abbiamo definito Patto per la Sicurezza. Vogliamo raggiungere il risultato ambizioso di Zero morti bianche nel Veneto possibilmente entro due anni”. 

Commento da parte ing. Riccardo Borghetto :

 

Quando si tratta di morti, parte la passerella mediatica con sopralluoghi nel luogo dell’incidente, frasi inutili del tipo “Adesso impegniamoci tutti”, “Vogliamo raggiungere zero morti bianche in due anni”, “è la cultura della sicurezza il primo obiettivo da conseguire”, “una giornata annuale dedicata alla sicurezza”, “ serve un approccio di tipo educazionale”.

E’ evidente il danno apportato da consiglieri Regionali che si comportano in questo modo.

Quando si tratta di votare si vanno a togliere importanti presidi di sicurezza come le linee vita.

I consiglieri Regionali non lo sanno, ma la caduta dall’alto è da sempre la prima causa di morte per infortuni sul lavoro nei cantieri.

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