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Pubblicato il 25 Novembre, 2025

Secondo l’articolo 84 del D.Lgs 81/08 il datore di lavoro deve provvedere affinché gli edifici gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano protetti dagli effetti dei fulmini secondo le norme tecniche vigenti.
La valutazione di rischio derivante dall’evento “scariche atmosferiche” deve, dunque, essere effettuata in relazione a tutte le possibili esposizioni svolte dal lavoratore:

  • luoghi esterni, valutazioni di tipo qualitativo che richiedono necessariamente la giusta conoscenza del fenomeno meteorologico, fisico, e probabilistico del «fulmine».
  • luoghi interni attraverso l’utilizzo delle norme (es. CEI EN IEC 62305:2025).

La conoscenza delle condizioni climatiche e temporalesche di un territorio è essenziale per poter condurre uno studio completo dell’evento fulminazione.

Il CEI (Comitato Elettrotecnico Italiano) ovvero l’ente responsabile della normazione tecnica in campo elettrotecnico, elettronico e delle telecomunicazioni in Italia, fornisce una mappa del Paese che rappresenta la densità ceraunica (ceraunica si riferisce a fenomeni collegati ai fulmini e alle tempeste e deriva dalla parola greca keraunós che significa “fulmine”) sul territorio, ovvero sulla frequenza dei fulmini.

  • Le aree in blu indicano una bassa densità di fulmini.
  • Le aree in turchese/verde indicano una media densità di fulmini.
  • Le aree in giallo/rosso indicano un’alta densità di fulmini.

La densità ceraunica è un parametro importante per la progettazione e l’installazione di sistemi di protezione contro le scariche atmosferiche.

Mappa isoceraunica italiana del CEI

Mappa isoceraunica italiana del ©CEI – Comitato Elettrotecnico Italiano

Da che cosa si parte per effettuare la valutazione rischio fulminazione?

Si parte dal parametro Ng. In particolar modo, esiste una correlazione tra Td ovvero il livello ceraunico e il numero di fulmini che cadono a terra Ng, ovvero Ng= a x Td x b con:

  • Ng numero dei fulmini che cadono a terra per km² per anno;
  • Td le giornate temporalesche per km² per anno;
  • a e b coefficienti variabili a seconda della zona geografica.

Questo valore è rilevabile dalle reti di localizzazione di fulmini al suolo che coprono il territorio nazionale secondo le indicazioni contenute nella nuova guida CEI 81-31.

Il cambiamento climatico influisce sul valore di Ng (numero dei fulmini che cadono a terra per km² per anno)?

Secondo delle ricerche, per ogni aumento di 1 °C della temperatura globale, i fulmini potrebbero aumentare di circa il 12%. Uno studio pubblicato su Nature Communications ha rivelato un aumento del 41% della frequenza dei fulmini in tutto il mondo a causa dei cambiamenti climatici. Questa tendenza fa emergere la necessità di un’analisi completa del rischio fulminazione e dello sviluppo di solidi sistemi di protezione contro i fulmini per salvaguardare comunità e infrastrutture.

Ogni quanto va aggiornata la valutazione rischio fulminazione?

Dal 1° giugno 2020 questo dato deve essere elaborato come prescritto dalla norma CEI EN IEC 62858 che introduce la necessità di aggiornare questi valori almeno ogni 5 anni. Se la valutazione del rischio fulminazione ha più di 5 anni (oppure è antecedente al 1° giugno 2020), occorre aggiornare la valutazione individuando il nuovo valore di Ng e confrontandolo con quello precedente.

Qualora il nuovo Ng risultasse superiore a quello precedente, occorre provvedere all’aggiornamento del documento di valutazione del rischio di fulminazione.

Quali novità ci sono sulla CEI EN IEC 62305?

La nuova norma di riferimento per la protezione dai fulmini è la serie CEI EN IEC 62305:2025, pubblicata a febbraio 2025. Questa revisione, che sostituisce la precedente edizione del 2013, introduce importanti aggiornamenti nella valutazione del rischio fulminazione e impone ai datori di lavoro e proprietari di immobili l’adeguamento delle proprie valutazioni (DVR) entro marzo 2027.

Le novità includono:

  • Metodologie di valutazione aggiornate: sono stati rivisti gli algoritmi e i parametri per il calcolo del rischio, rendendo necessaria una ricalibrazione delle analisi esistenti.
  • Introduzione di nuove componenti di rischio: la norma ora considera aspetti prima non specificati, per una valutazione più olistica del pericolo.
  • Focus sugli scaricatori di sovratensione (SPD): vengono fornite indicazioni più dettagliate sulla scelta, installazione e coordinamento degli SPD, dispositivi cruciali per la protezione degli impianti elettronici.
  • Revisione dei valori di perdita: sono stati aggiornati i parametri relativi alle possibili perdite economiche e umane, influenzando direttamente il calcolo del rischio tollerabile.

 

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