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Pubblicato il 19 Luglio, 2017

Valutazione rischio chimico: criterio e metodo siti contaminati

Valutazione rischio chimico: criterio e metodo siti contaminati

La scelta dei criteri per la valutazione dei rischi, in generale, è sempre un momento cruciale nella stesura del documento. Non tanto per i rischi normati, bensì per quelli dove il legislatore non dà precise indicazioni sul metodo da seguire. Qualche fortunato c’è: INAIL ha già dal 2014 pubblicato il manuale operativo “Il rischio chimico per i lavoratori nei siti contaminati”.

Ora con l’interpello numero 9 del 2016, la commissione ha sancito che:

“il manuale propone una procedura utile per la valutazione e gestione del rischio chimico ponendo essenzialmente l’attenzione sugli aspetti legati alla salute, fermo restando l’obbligo di valutazione del rischio per la sicurezza. […] l’utilizzo del manuale sopra indicato possa costituire un valido riferimento per la relativa valutazione dei rischi in tale tipologia di siti e soddisfi la previsione normativa”

Per cui almeno metà del lavoro potrà essere effettuato con un metodo ritenuto utile: è lecito quindi ritenerlo utilizzabile senza particolari difficoltà e salvo valutare anche il rischio sicurezza.

È interessante anche evidenziare la chiusa dell’interpello: “[…] Atteso che la scelta dei criteri di redazione del documento è rimessa al datore di lavoro […]”

Questo è un concetto basilare, peccato che la realtà sia diversa. Il rischio chimico né è un tipico esempio: ci sono molti metodi pubblicati ma non esiste un metodo ufficiale che sia ritenuto universalmente “il metodo” da applicare. Pensiamo sia esperienza comune trovarsi nelle condizioni in cui, passando da ASL ad ASL, si possa constatare che le preferenze e le sensibilità degli organi di vigilanza siano differenti tra loro.

Basta fare una ricerca in internet per imbattersi in:

  • MoVaRisCh
  • Cheope
  • INFORISK

E state certi che nell’area geografica dove è stato proposto un metodo, questo sarà preferito rispetto ad altri. Ci sono altri contesti in cui le valutazioni con algoritmi sono viste come occhio critico.

Ogni incontro – scontro con gli organi di vigilanza è stata occasione di crescita ed arricchimento, ma l’incertezza creata dal come verrà valutata la scelta del metodo seguito (anche se proprietario) non è molto rassicurante. La questione è aperta e lo sarà sempre, fino a quando non ci sarà una norma a mettere tutti d’accordo.

Certo è che tale valutazione deve essere eseguita da chi ha oggettivamente le capacità d tenere assieme tutte le carianti e le variabili in gioco. Lisa Servizi vanta una notevole esperienza nella valutazione del rischio chimico e cancerogeno, nella consulenza per la corretta gestione degli agenti chimici e sostanze pericolose in azienda, nella formazione dei lavoratori sulla problematica sostanze pericolose e nell’implementazione di procedure di sistema per la gestione della problematica del rischio chimico.

Per informazioni più dettagliate scrivete a commerciale@lisaservizi.it

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