INAIL: modello SGSL imprese rete
24 febbraio 2011. Il documento, realizzato col coordinamento di INAIL e Consel Consorzio Elis, è frutto della collaborazione di 14 imprese a rete italiane che hanno predisposto un sistema di gestione comune che – per conoscenze e competenze proposte – potrà avere potenziali ricadute anche nella diffusione della prevenzione nell’indotto
ROMA – Autostrade, Ama, Enel, Trenitalia, Saipem, Poste Italiane, Acea, Italcementi: queste sono solo alcune delle 14 grandi imprese che – coordinate da INAIL e da Consel Consorzio Elis – hanno partecipato ai tavoli di lavoro per l’elaborazione delle “Linee di indirizzo Sgsl – Ar”, il documento che definisce un modello comune di Sistema di gestione della salute e della sicurezza sul lavoro delle aziende a rete e illustrato questa mattina, a Roma, nel convegno “Sicurezza, prevenzione e competitività: il ruolo attivo delle imprese”. Nel corso dell’evento è stato proiettato anche un filmato realizzato dall’Ufficio stampa INAIL che ha illustrato – attraverso le testimonianze di tre dei protagonisti dei tavoli di lavoro: Autostrade per l’Italia, Enel e Poste Italiane – il significato e gli obiettivi che sono stati alla base di questa importante iniziativa in materia di prevenzione.
Un modello conforme ai principali standard italiani e internazionali. Sono diversi gli elementi di interesse che connotano le “Linee di indirizzo Sgsl – Ar“. A partire dalla task force impegnata nella loro costituzione, costituita da rappresentanti di INAIL (in particolare della Contarp, la Consulenza tecnica accertamento rischi e prevenzione) e Consel. Il gruppo, infatti, ha operato con la finalità specifica di dare vita a un documento caratterizzato, da una parte, dall’essere in conformità con le Linee guida Uni INAIL – gli standard pubblicati dall’Uni nel 2001 e predisposti in collaborazione con INAIL, ex Ispesl e tutte le principali parti sociali – e, dall’altra, dall’assicurare una congruenza con le (assai diffuse a livello internazionale) Ohsas 18001.
Di fatto, dunque, le “Linee di indirizzo Sgsl – Ar” possono definirsi uno strumento in grado di permettere l’applicazione di entrambi gli standard che – se di per sé non sono in contrasto e presentano punti di fondo analoghi – sono, tuttavia, contraddistinti da “prospettive” di applicazioni differenti: le Uni INAIL hanno, infatti, come focus specifico l’organizzazione e l’implementazione del sistema di gestione, a fronte delle Ohsas 18001 prevalentemente incentrate sulla verifica di certificazione e, quindi, sulle necessità di chi deve farla e condurla.
Una ricaduta sulle pmi “di filiera”. Altro elemento di rilievo del documento è il suo essere sintesi delle strategie in materia di sicurezza messe in atto da imprese “a rete”: ovvero, da quella particolare tipologia di aziende connotate da una diffusione capillare sul territorio e i cui processi produttivi e organizzativi sono, dunque, anche strettamente correlati all’indotto. Proprio per questa caratteristica, quindi, le “Linee di indirizzo Sgsl – Ar” potranno avere una potenziale “ricaduta” su tutte le aziende di filiera che – direttamente o indirettamente – partecipano a tali processi, permettendo di ridimensionare quel punto critico che ancora oggi limita la reale diffusione dei Sgsl: la loro proposizione di modelli e strumenti applicabili tendenzialmente a imprese di grandi dimensioni e, di conseguenza, non fruibili soprattutto da parte di quelle micro e piccole.
Le “Linee di indirizzo Sgsl – Ar”, in definitiva, non solo rappresentano la prima esperienza di sinergia reale tra alcuni dei più importanti gruppi industriali del nostro paese in materia di salute e sicurezza sul lavoro, ma soprattutto definisce un riferimento che – in termini di conoscenze e competenze – ha ricadute potenziali anche nello sviluppo dei propri Sgsl da parte delle pmi (a tal proposito l’INAIL sta ultimando un ulteriore documento in materia di Sgsl studiato e predisposto proprio in funzione specifica di questa tipologia di aziende che, da sola, rappresenta il 98% del tessuto economico italiano).
Il documento, in definitiva, è connotato da una forte valenza pratica e la sua applicazione capillare potrà rappresentare un ulteriore e importante passo avanti nella diffusione di best practices in grado di contribuire ulteriormente al contenimento del fenomeno infortunistico e alla promozione di modelli aziendali sempre più rispettosi della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Un “tassello” complementare anche alle linee Ilo. Anche l’Ilo (International labour organization) ha pubblicato, nel 2001, delle linee guida in materia di gestione della salute e sicurezza sul lavoro (Ilo/Osh 2001). Il documento – politicamente di grande importanza, essendo emesso da una grande agenzia internazionale ufficialmente riconosciuta – pur confermando il ruolo strategico in materia di prevenzione dei Sgsl, non propone (come, per esempio, la Iso Uni 9001) degli standard unici e vincolanti universalmente validi in ogni parte del mondo, bensì delle linee guida generali e “di impostazione” che indicano la struttura del sistema e dei suoi requisiti di massima.
Obiettivo dell’Ilo, dunque, è quello di limitarsi a fornire una (pure fondamentale) “bussola” con delle coordinate di valore, delegando successivamente ogni realtà locale alla promozione dei relativi modelli di maggior dettaglio e calzanti alle singole realtà nazionali e di comparto. Le “Linee guida Sgsl – Ar” si inseriscono, così, anche in questo contesto, contribuendo a “colmare” in modo significativo la distanza tra l’universalità dei requisiti Ilo e la specificità del contesto italiano, in particolar modo – per l’appunto – in riferimento alle aziende a rete e al loro indotto correlato.
Fonte : Inail