Di Ing. Riccardo Borghetto, amministratore unico Lisa Servizi.
Girando per le grandi aziende, colpisce sempre la forte enfasi posta sui numeri della sicurezza:
- display all’ingresso che mostra i giorni dall’ultimo infortunio;
- diagrammi mensili con caselle colorate: verde se tutto ok, arancione se c’è un near miss, rosso se c’è stato un infortunio;
- grafici, trend, KPI reattivi in ogni bacheca;
- politiche con l’obiettivo “Zero Infortuni”, spesso lontanissimo e più simile a un sogno che a un target realistico.
In alcuni casi la riduzione degli infortuni entra perfino nel premio di produzione: una scelta che, anche senza cattive intenzioni, rischia di creare comportamenti distorsivi e la tentazione di nascondere gli eventi minori.
Quando la forma supera la sostanza
A fronte di tutto questo focus sui numeri, spesso manca ciò che serve davvero per prevenire gli infortuni:
- servizi HSE sottodimensionati;
- problemi di processo o di layout mai risolti;
- assenza di procedure critiche come Lockout/Tagout o una gestione efficace del Management of Change;
- scarsa applicazione delle 5S;
- Totale assenza di BBS o di una efficace gestione dei cambiamenti
- priorità operative che, sotto pressione, spingono a “fare comunque”, anche prendendosi qualche scorciatoia a rischio.
La realtà è semplice: non è mettendo un numero su un display che gli infortuni diminuiscono.

Immagine realizzata con IA.
Un equivoco molto diffuso
La popolarità della piramide di Heinrich/Bird sta generando un altro equivoco: l’idea che riducendo gli infortuni minori (scivolamenti, abrasioni, urti, ecc.) si riducano automaticamente anche quelli gravi e mortali.
Non è così.
La letteratura piĂą recente e la pratica sul campo mostrano che per ridurre gli eventi piĂą seri servono controlli ferrei sulle Golden Rules e un cambiamento culturale profondo:
safety leadership, capacitĂ di fermarsi, segnalare, discutere, proporre. In altre parole, trasformare i lavoratori da semplici esecutori di regole altrui a protagonisti attivi della prevenzione.
Se il top management vuole davvero dimostrare che la sicurezza è una priorità …
…potrebbe esporre in bacheca gli investimenti fatti, le azioni di miglioramento approvate, i problemi strutturali risolti.
Questi sono segnali reali, non i cartelli “Safety First”.
Nel mondo ambientale esiste una normativa contro il greenwashing.
Nel mondo della sicurezza, purtroppo, no: e qualche volta si vede.