Pubblicato il 02 Gennaio 2022

Statistiche infortuni mortali 2021

Statistiche infortuni mortali 2021

Libera rielaborazione dei dati dell’osservatorio indipendente di Bologna di Carlo Soricelli

 

Il 2021 è finito e si è portato via ben 1404 lavoratori.

Il dato è superiore ai dati ufficiali Inail che fino al 30 novembre 2021 ha ricevuto 1116 denunce per infortuni mortali (mancano i morti di dicembre).

I dati Inail, non considerano molte categorie di lavoratori che non sono assicurati con lo stesso Istituto e quindi non conteggiati.  Sono otto milioni circa (su un totale di 26 milioni) i lavoratori non assicurati all’Inail e che sfuggono, quindi, alle statistiche ufficiali rese note dall’Istituto: cinque milioni sono liberi professionisti, autonomi e lavoratori delle forze armate, poliziotti, carabinieri, vigili del fuoco, volontari della protezione civile, mentre tre milioni circa sono gli irregolari, cioè i morti in nero.

I numeri sono in crescita sul 2020, se si escludono i morti per covid, ma questo non stupisce, visto che per alcuni mesi molte attività erano ferme.

Quello che invece fa pensare è che secondo L’osservatorio indipendente di Bologna di Carlo Soricelli è che “Rispetto al 2008 anno di apertura dell’Osservatorio l’aumento dei morti sui luoghi di lavoro è del 9%. In questi 14 anni non c’è stato nessun miglioramento, nonostante lo Stato attraverso i suoi Istituti ha speso miliardi di euro per la Sicurezza.” Ricordiamo che il 2008 è stato anche l’anno dell’approvazione del Testo Unico per la sicurezza sul lavoro, dal quale ci si aspettavano dei risultati che non sono arrivati.

Bisogna dire che sia i dati dell’osservatorio indipendente che quelli Inail sono sempre dati assoluti, non sono indici che correlano gli eventi alle ore lavorate, quindi non possono essere utilizzati per stabilire se la situazione sta migliorando o peggiorando. Ad esempio l’edilizia dalla seconda metà del 2020 ha avuto una crescita robusta, drogata dagli incentivi, quindi il numero di addetti e di ore lavorate è aumentato in modo significativo.

Andando a esaminare in dettaglio i dati si scoprono cose interessanti.

Statistiche infortuni mortali 2021

Gli incidenti mortali in agricoltura e l’uso del trattore

L'agricoltura è un disastro. Gli incidenti mortali in agricoltura rappresentano più del 30% di tutti i morti sui luoghi di lavoro, e di questi ben il 75% sono stati schiacciati dal trattore, “158 complessivi a morire in modo così orrendo, e l’età varia dai 14 agli 88 anni” secondo l’osservatorio già citato. A morire ci sono anche ragazzi e persone molto anziane. Ad essere  rigorosi, molti di questi,  non sono lavoratori dipendenti soggetti alle normative sulla sicurezza e non assicurati INAIL ma questo ci dà l’idea della cultura vigente. Spesso a condurre il trattore vengono messi dei bambini, come si trattasse di un gioco, evidentemente senza alcuna formazione e addestramento. Ricordo ancora che l’accordo Stato Regioni del 2012 sulla formazione delle attrezzature è stato correttamente applicato subito per tutte le attrezzature, tranne per i trattori agricoli e forestali, il cui obbligo è stato posticipato di alcuni anni e molto annacquato.

Gli incidenti mortali in edilizia.

Gli incidenti mortali in edilizia.

Non stupisce che l’edilizia sia ai primi posti per incidenti mortali con il 15% dei morti sul totale, come non stupisce che la principale causa di morte sia la caduta dall’alto. In questo settore, soprattutto al sud vi sono molti lavoratori in nero, che diventano infortuni mortali di lavoratori non assicurati Inail.

Ricordiamo che le ultime modifiche normative al testo unico sicurezza hanno aumentato significativamente la vigilanza e l’entità delle sanzioni per contrastare questo fenomeno.

Gli incidenti mortali nell’autotrasporto

Anche in questo settore, quello dei lavoratori che guidano un mezzo sulle strade e autostrade, il dato è in crescita significativa con un 10,75% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Anche questo dato non stupisce vista la forte ripresa dell’attività produttiva e la crescita esponenziale del trasporto su gomma dovuto agli acquisti on line.

 

Gli incidenti mortali nell’industria

Gli incidenti mortali nell’industria

Spesso le discussioni ideologiche che si scatenano sui social dopo un infortunio mortale importante, puntano l’indice sull’industria, sugli imprenditori che si arricchiscono risparmiando sulla sicurezza.

I dati, anche in questo caso forniti dall’osservatorio di Carlo Soricelli, metalmeccanico in pensione e sicuramente non schierato dalla parte delle aziende, fornisce una verità completamente diversa.

Gli incidenti mortali nell’industria rappresentano, in termini di numeri assoluti, e nonostante l’elevato numero di addetti del comparto, solo il 5,89% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. Sono relativamente pochi e “sono quasi tutti nelle piccole e piccolissime aziende dove non è presente il Sindacato o un responsabile della Sicurezza, nelle medie e grandi aziende i morti sono quasi inesistenti, quei pochi sono tutti lavoratori che lavorano all’interno dell’azienda stessa ma che non sono dipendenti diretti, ma di aziende appaltatrici”.

I dati ci dicono che le grandi aziende, più organizzate, strutturate, dotate di sistemi di gestione, con personale più qualificato, hanno pochissimi infortuni e che il problema risiede nelle micro e piccole aziende, spesso padronali, e nella gestione degli appalti. In questo settore il taglio dei costi è spesso avvenuto affidando interventi manutentivi a imprese che praticano costi molto bassi, utilizzando personale poco qualiicato, poco formato e spesso proveniente da altri paesi.

L’approccio della sicurezza negli appalti del testo unico D.lgs 81/08 è basato sulla carta, come il DUVRI, è poco incisivo. Non ci sono barriere all’ingresso. Basta iscriversi alla camera di commercio, comperare gli attestati della formazione finti dal mercato e si può operare legalmente.

Il problema dell’elevato numero di infortuni mortali e gravi è presente anche nell’artigianato. Anche in questo caso vi sono micro organizzazioni o lavoratori autonomi che svolgono attività a rischio, anche se anziani.

Età delle vittime

Muoiono molti anziani ““È impressionante vedere che i morti sui Luoghi di Lavoro (escluso itinere) che hanno più di 61 anni sono oltre il 20% di tutti i morti sui luoghi di lavoro; i morti da questa età in su sono soprattutto in agricoltura, in edilizia e tra gli artigiani” e anche giovani, spesso precari, che svolgono lavori pericolosi senza alcuna formazione.

Nazionalità delle vittime

La pandemia ha ridotto il numero di lavoratori stranieri presenti in Italia. Gli stranieri morti sono il 6,5% di tutti i morti sui luoghi di lavoro. I lavoratori più colpiti sono marocchini, albanesi e romeni.

Morti sul lavoro per Corona Virus

Nel 2020 (e nel 2021 in modo ridotto) abbiamo avuto molti morti per infortuni da coronavirus, soprattutto in ambito sanitario: 90 medici morti per coronavirus nel 2021 (368 totali dall’inizio epidemia) 80 gli infermieri in servizio. Il 70% dei lavoratori morti per infortuni sul lavoro da coronavirus sono donne. l’INAIL considera i propri assicurati morti a causa del coronavirus, come morti per infortuni sul lavoro, l’osservatorio indipendente di Bologna aggiunge anche gli altri che non lavorano nella Sanità.

Per approfondire potete andare sul sito dell’Osservatorio Nazionale morti sul lavoro aperto dal 1° gennaio 2008 da Carlo Soricelli con lavoro volontario:

http://cadutisullavoro.blogspot.it

Statistiche infortuni mortali 2021

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