Pubblicato il 26 Settembre 2019

Consultazione e partecipazione dei lavoratori

Oggi voglio raccontarvi l’episodio che, ormai più di vent’anni fa, cambiò radicalmente il mio modo di considerare la partecipazione dei lavoratori ai processi della sicurezza sul lavoro.

Ero RSPP di un’azienda metalmeccanica con quasi 200 dipendenti che produceva impianti di trattamento dell’aria compressa molto grandi, di forma cilindrica e lunghi anche 6-7 metri. Ogni tanto un impianto non funzionava bene, ritornava in stabilimento e per capire cosa non andava bisognava tagliarlo in due, mediante taglio al plasma.

Nonostante la presenza di tutti gli impianti di aspirazione possibili, fissi e mobili, quando i due gusci si aprivano, veniva sprigionata una nuvola di fumo che in poco tempo invadeva gran parte del capannone. Con ovvio disappunto dei lavoratori. Il rischio era citato nel documento di valutazione dei rischi, come pure le misure di prevenzione e protezione (aspirazione localizzata sulla sorgente), ma non bastava. Non si riusciva a risolvere concretamente il problema.

Un giorno mi si avvicinò l’operaio addetto al taglio al plasma. Mi disse: “Ingegnere, si ricorda il problema del fumo quando tagliamo gli essiccatori con il plasma? Avrei un’idea”. E cominciò a disegnare su un pezzo di carta. “Anziché tagliare a metà subito con il plasma, facciamo due piccoli fori alle estremità, ci saldiamo da una parte un tubo filettato su cui adattiamo l’aspiratore in modo che l’aria entri da una parte ed esca dall’altra. Poi iniziamo a tagliare lentamente, facendo in modo che il fumo dall’esterno vada all’interno dell’essiccatore e all’impianto di aspirazione“

La soluzione funzionava perfettamente, da allora nemmeno un piccolo sbuffo di fumo.
Tempo impiegato? Qualche minuto di lavoro.
Investimenti? Zero.
Costi? Zero.

All’epoca, da ingegnere esperto di sicurezza sul lavoro, pensavo che il contributo degli operai, con bassa scolarità e nessuna conoscenza delle norme, non fosse di alcun aiuto. Pensavo che la sicurezza fosse materia esclusiva degli “esperti”, cioè di chi conosceva leggi e norme tecniche. Che errore madornale: il lavoratore, non l’ingegnere, aveva trovato la soluzione efficace usando solamente le attrezzature già disponibili nel suo box di saldatura!

Fu un colpo durissimo, come ricevere un cazzotto in faccia, ma mi fece un gran bene: da allora ho capito quanto importante e utile sia la partecipazione dei lavoratori al processo di sicurezza sul lavoro. Capii che i singoli lavoratori (talvolta più dei loro rappresentanti) sono quelli che conoscono perfettamente il processo produttivo: avendoci a che fare tutti i giorni, vivono e conoscono i principali rischi e spesso anche le soluzioni tecniche/organizzative per ridurli.

Partecipazione di tutti i lavoratori: perché è così difficile coinvolgerli nei processi di sicurezza sul lavoro?

Eppure, il numero di aziende che riesce davvero a far partecipare i lavoratori ai processi della sicurezza sul lavoro è ancora molto basso, nonostante l’obbligo di consultare il rappresentante dei lavoratori per la sicurezza sia da sempre presente nella normativa, fin dalla formulazione originale del D.lgs 626/94.

Alcuni obblighi della normativa sono tali da dare all’RLS un ruolo che spesso si è confuso con le rappresentanze sindacali, a scapito della creazione di una vera cultura della sicurezza. Anche la recente norma ISO UNI 45001 ha come requisito importante e centrale, assieme alla Leadership, la consultazione e partecipazione dei lavoratori. Questi requisiti vanno intesi in senso sostanziale e non solo formale.

La partecipazione dei lavoratori al processo di identificazione dei pericoli, valutazione dei rischi, identificazione delle misure di riduzione del rischio è molto difficile da ottenere perché si basa su comportamenti e in quanto tali questi vengono messi in atto solo se adeguatamente rinforzati dall’organizzazione e dall’ambiente (squadra, capi, processo ecc) in cui il lavoratore opera.

I problemi che si incontrano nell’implementare un processo di reale partecipazione dei lavoratori sono molto simili a quelli che si hanno nell’implementare un efficiente processo di tracciamento e analisi dei near miss e delle segnalazioni di sicurezza sul lavoro, come ho avuto modo di argomentare nel mio articolo su Punto Sicuro “Near Miss reporting. L’approccio comportamentale migliora il processo”. La conoscenza delle dinamiche del comportamento umano aiuta molto.

Behavior Based Safety, la massima espressione della partecipazione dei lavoratori

Ecco che quindi a mio parere la massima espressione della partecipazione dei lavoratori al processo di sicurezza si ha con la B-BS, la Behavior Based Safety, ove i lavoratori partecipano alla progettazione del processo e osservano i comportamenti degli altri, cercando di capire cosa ostacola l’emergere del comportamento sicuro.

Cosa significa consultazione dei lavoratori? Significa beneficiare delle loro conoscenze, del punto di vista diverso di chi opera, di chi conosce le possibile anomalie, di cosa succede in circostanze che spesso sono sconosciute all’RSPP e talvolta anche ai preposti. Significa anticipare possibili problemi futuri, e non averli, riducendo la possibilità di infortuni e dei costi per gli adeguamenti.

Quindi è opportuno attivare la consultazione/partecipazione mediante riunioni snelle o sistemi di segnalazione rapida nei momenti in cui si pianifica un cambiamento al processo (nuove macchine e attrezzature, cambiamenti organizzativi o di layout, cambiamenti nelle sostanze chimiche ecc.)

Tanti cervelli e tanti occhi

Nel 2010 ho coniato uno slogan che uso ancora nei corsi: “L’RSPP ha un cervello e due occhi. I lavoratori di un’azienda hanno centinaia di cervelli e di occhi”. Se quei cervelli e quegli occhi riescono a entrare in relazione gli uni con gli altri, a interconnettersi, ad armonizzarsi in un vero flusso di comunicazione, che per definizione è biunivoco, nasce la vera partecipazione e si riesce ad avere un processo decisamente migliore.

Coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori ai processi di sicurezza sul lavoro

Riccardo Borghetto, Director Behavioral Division, Lisa Servizi

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