Infortuni da Coronavirus nel 2020 a quota 131 mila
Chiariamo subito che non tutti gli infortuni da Coronavirus sul lavoro sono denunciati dall’Inail. Ci sono intere categorie professionali (come per esempio i lavoratori autonomi) che non sono assicurati dall’Inail e che quindi non compaiono all’interno delle statistiche degli infortuni da Coronavirus sotto riportate. Dobbiamo considerare che i dati sotto riportati sono sotto stimati.
In ogni caso, se ci limitiamo ai dati Inail relativi all’anno 2020 scopriamo che i contagi “sul lavoro” denunciati all’Inail sono 131mila.
La dizione “sul lavoro” non sta necessariamente a significare che il contagio è maturato nell’ambiente di lavoro, trattandosi di un rischio generico presente ovunque: sta a significare il contagio di un lavoratore dipendente, magari maturato tra le mura familiari. Per alcune categorie professionali più colpite del settore sanità è probabile che il contagio sia maturato in ambiente lavorativo.
Sappiamo che gli ultimi mesi del 2020 hanno avuto una grossa crescita nei contagi, che ritroviamo nelle statistiche Inail. Ad esempio i dati di Dicembre (27 mila casi) sono in crescita del 25,7% rispetto a Novembre 2020.
A conferma dell’impatto più intenso della seconda ondata dell’epidemia, il 57,6% delle denunce di infortunio da coronavirus è concentrato nel trimestre ottobre-dicembre.
I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail sono 131.090, pari al 23,7% delle denunce di infortunio Inail in totale nel 2020, in pratica un infortunio su 4 del totale 2020 è causato dal Covid.
Novembre, in particolare, con quasi 36mila denunce è il peggior mese del 2020.
Nei mesi estivi (Giugno, Luglio e Agosto 2020) tra la prima e la seconda ondata si era invece registrato un calo con un numero di casi mensili inferiore a 1000 unità.
Su circa 70.000 cittadini deceduti a causa del Covid-19 (e altre patologie), i lavoratori morti da Covid-19 sono 423, in maggioranza uomini (83,2%) e con un’età tra i 50 e 64 anni (70,2%).
A differenza del complesso delle denunce, per i casi mortali è la prima ondata dei contagi ad avere avuto un impatto più significativo della seconda. Quasi otto decessi su 10 (79,0%), infatti, sono avvenuti nel trimestre marzo-maggio contro il 18,0% del trimestre ottobre-dicembre. I casi mortali riguardano soprattutto gli uomini (83,2% del totale) e le fasce di età 50-64 anni (70,2%) e over 64 anni (19,9%).
Circa un quarto dei decessi da Covid-19 è avvenuto nel settore della sanità e assistenza sociale.
Circa il 25% del totale dei decessi ha riguardato il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili.
I lavoratori più colpiti sono infermieri, operatori socio-sanitari e medici.
L’analisi territoriale conferma che le denunce ricadono soprattutto nel Nord del Paese: il 47,5% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 28,4%), il 23,0% nel Nord-Est (Veneto 9,7%), il 13,8% al Centro (Lazio 5,6%), l’11,5% al Sud (Campania 5,4%) e il 4,2% nelle Isole (Sicilia 2,7%).
Fonte: INAIL
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