Pubblicato il 27 Giugno 2016

Commissione Europea: protezione dagli agenti cancerogeni

La Commissione europea ha formulato una proposta di modifica dell’attuale normativa in tema di agenti mutageni e cancerogeni

Quale è la prima causa di mortalità professionale nell’Unione Europea? Il cancro. Con una percentuale del 53% sul totale.

Ed è per questo che la Commissione Europea ha proposto un rafforzamento nella protezione dei lavoratori a contatto con sostanze chimiche cancerogene.

A livello europeo oggi i lavoratori sono protetti dalla direttiva quadro generale in materia di salute e sicurezza sul lavoro (89/391/CEE) e dalle direttive che disciplinano specificamente i rischi chimici (in particolare la direttiva sugli agenti chimici e la direttiva sugli agenti cancerogeni o mutageni). Secondo la direttiva quadro i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori devono essere eliminati o ridotti al minimo. È poi presente una serie di disposizioni concrete riguardanti specificamente gli agenti chimici cancerogeni che stabiliscono che il datore di lavoro debba individuare e valutare i rischi per i lavoratori derivanti dall’esposizione a specifici agenti cancerogeni e mutageni e prevenire l’esposizione in presenza di rischi.

Come prevenire l’esposizione ad agenti cancerogeni?

Per esempio sostituendo le sostanze cancerogene con prodotti alternativi meno pericolosi; o fabbricando e utilizzando gli agenti cancerogeni in un sistema chiuso per evitare l’esposizione dei lavoratori. Se anche questo è impossibile, bisogna comunque ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori.

L’assenza di limiti nazionali di esposizione professionale (OEL) per alcuni agenti cancerogeni e la fissazione di limiti elevati per altri determinano non solo una protezione inadeguata dei lavoratori dell’UE, ma anche conseguenze negative per il mercato interno.

Quale è la conseguenza di questa situazione?

La conseguenza principale è che sussistano situazioni in cui le imprese che hanno sede negli stati membri che applicano livelli meno rigorosi godano di un ingiusto vantaggio competitivo. La diversità dei limiti nazionali di esposizione professionale può creare incertezza su quali siano le norme adeguate di gestione del rischio.

Nella scheda informativa rilasciata dalla commissione Europea si legge che l’obiettivo cui bisogna tendere da un punto di vista generale, è quindi di una “coerenza nei limiti di esposizione professionale alle sostanze chimiche di origine cancerogena attraverso la realizzazione di pari condizioni di concorrenza per tutti gli utilizzatori e la definizione di un obiettivo comune per i datori di lavoro, i lavoratori e le autorità preposte ai controlli. In base alla direttiva sugli agenti cancerogeni o mutageni, gli Stati membri possono adottare valori limite nazionali più bassi (quindi più rigorosi) rispetto a quelli dell’UE, in linea con l’obiettivo ultimo della direttiva che punta a ridurre al minimo l’esposizione”.

La proposta, quindi, si traduce in un sistema più efficiente di protezione della salute dei lavoratori nel mercato unico.

Come viene, quindi, modificata la direttiva sugli agenti cancerogeni o mutageni dalla proposta della Commissione?

La Commissione, grazie al contributo fornito da scienziati, datori di lavoro, lavoratori, rappresentanti degli Stati membri e ispettori del lavoro, ha proposto valori limite per 13 agenti chimici contenuti in un elenco di agenti chimici individuati come prioritari nel corso della consultazione. Per i restanti agenti chimici, per i quali occorre un'ulteriore analisi, una proposta relativa alla fissazione di valori limite verrà presentata entro la fine del 2016.

Per approfondire quali saranno i vantaggi e i benefici dell’introduzione dei valori limite proposti nell’esposizione alle sostanze chimiche cancerogene vi rimandiamo alla lettura della scheda informativa nel sito della Commissione europea

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