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Pubblicato il 10 Settembre, 2025

Valutazione del rischio rumore

Revisione della norma tecnica UNI EN ISO 9612

Il 24 luglio 2025 è entrata in vigore la norma tecnica UNI EN ISO 9612:2025.
Di seguito analizziamo una delle novità riportate in questo aggiornamento.
La norma, come già precedentemente riportato, prevede tre diverse strategie di misurazione: quella basata sull’intera giornata, quella basata sulle mansioni e quella basata sui compiti. In questo approfondimento vogliamo focalizzarci sulla strategia basata sui compiti.
Innanzitutto, per compito si intende una parte distinta dell’insieme delle attività svolte dal lavoratore.

valutazione rischio rumore

Questa strategia suddivide la giornata-tipo di ogni gruppo acusticamente omogeneo in diversi compiti (o task). Andando a misurare tutti i compiti e attribuendo ad ognuno di essi la durata totale del task nella giornata-tipo, è possibile poi calcolare il LEX,8h per quella giornata-tipo.

Numero di misure e numero di lavoratori

Tra le variabili in gioco nella determinazione del livello di rumore, rientrano anche le modalità con cui ogni singolo lavoratore si approccia ad un determinato task. Per ovviare a questa problematica già la UNI EN ISO 9612:2011 raccomandava di eseguire diverse misure in tempi diversi nell’arco della giornata e di utilizzare diversi lavoratori per farlo.

La UNI EN ISO 9612:2025 non si limita a raccomandare di eseguire misure su lavoratori diversi, appartenenti al medesimo gruppo acusticamente omogeneo, ma definisce il numero minimo di lavoratori da utilizzare per farlo. Il numero di minimo di lavoratori da sottoporre a campionamento è definito in funzione della numerosità del gruppo acusticamente omogeneo come dalla seguente tabella:

valutazione rischio rumore tabella uni en iso 9612:2025

Utilizzando più di un lavoratore, il numero minimo di misure da eseguire per ogni task passa da 3 (versione 2011) a 5 (versione 2025).

Ampiezza tra le misure riguardanti lo stesso compito

Altra novità riguarda la differenza “concessa” tra il LA,eq min e il LA,eq max, le misure eseguite sul medesimo compito.
Nel caso in cui ci si avvale di più di un lavoratore (e di un numero minimo di misure pari a 5), la differenza tra le tre misure non deve superare i 5 dB. Nel caso invece in cui si decidesse di eseguire le misure avvalendosi di un solo lavoratore, la differenza tra min e max non deve superare i 3 dB, restando quindi invariato rispetto alla 9612:2011.
Se le misure dovessero mostrare una differenza maggiore a 3 dB o 5 dB, la 9612:2025 detta solamente due modalità di azione:
a) Suddividere il task in due sub-task e ripetere le misure (almeno 3 se le misurazioni si svolgono con un solo lavoratore, oppure almeno 5 se ci si avvale di più lavoratori. Per numero di misure si intende sul singolo sub-task);
b) Ripetere le misure incrementando la durata delle stesse. Nel caso in cui non si dovesse rispettare la differenza desiderata, bisogna riconsiderare l’opzione a).
Come possiamo notare, viene cancellata l’opzione, prevista dalla precedente versione, di eseguire 3 o più misure aggiuntive al compito che ha mostrato un’ampiezza superiore a quella concessa.

Durata delle misure

Per quanto riguarda invece la durata delle misure, la norma UNI EN ISO 9612:2025, come regola generale, indica il tempo minimo di 5 min per compiti che hanno una durata superiore a 5 min, e pari al tempo del compito per compiti inferiori a 5 min.
Sono ammesse misure di durata inferiore nei casi in cui il livello di pressione sonora è stabile, oppure nei casi in cui questo livello viene considerato trascurabile nel calcolo del LEX,8h. In questi aspetti non ci sono differenze tra le due norme.
Con la UNI EN ISO 9612:2025 viene precisato che la durata tra le misure relative al medesimo task non deve differire di oltre il 25%.
Viene introdotta una nota con la quale si definisce quando il livello di pressione sonora può essere definito stabile, cioè quando il livello di pressione sonora equivalente non cambia di oltre 0,2 dB avanzando di 30 secondi nella misurazione.

E la UNI 9432:2011?

L’entrata in vigore della UNI EN ISO 9612:2025 non ha portato però ad un aggiornamento della UNI 9432.

Mentre da un lato si cerca, seppur rimanendo una raccomandazione, di spingere sull’esecuzione di più misure, la UNI 9432, che integrava la UNI EN ISO 9612:2011, indica la possibilità di ridurre il numero e le durate delle misure. Infatti, in alcune circostanze, ammette di eseguire solamente una misura.

Anche se la 9612 non dà delle definizioni sulle tipologie di rumori, un esempio su un possibile contrasto tra le due norme sta proprio nell’esecuzione delle misure per rumori costanti. La UNI EN ISO 9612:2025 concede di ridurre, senza precisare il tempo, la durata della misura quando per 30 sec non vi sono variazioni superiori a 0,2 dB (rumore stabile come descritto sopra), mentre la UNI 9432:2011 concede, in presenza di rumore costante, una misura con una durata pari al tempo necessario alla stabilizzazione entro 0,3 dB, comunque non inferiore a 60 secondi.

Un’altra “anomalia” la si riscontra nei casi in cui si è in presenza di un rumore ciclico. La UNI EN ISO 9612:2025 concede di ridurre il tempo di ogni misura ad un numero di cicli maggiore o uguale a 3, e comunque non inferiore a 3 min. La UNI 9432, invece, ammette la possibilità di una sola misura, pari ad un numero intero di cicli ma non inferiore a 60 sec.

Potrebbe essere quindi un’occasione utile per “ringiovanire” anche la norma italiana.

E se fosse controproducente cercare la perfezione?

Caratterizzare in modo puntuale il rumore a cui un lavoratore è esposto potrebbe trovare non poche difficoltà, a causa delle svariate variabili che entrano in gioco. La UNI EN ISO 9612:2025 ha cercato di caratterizzare la variabilità tra la diversa “mano” che usa un’attrezzatura andando a campionarne più di una persona, in funzione della numerosità del gruppo. Nella pratica, questo comporta dover coinvolgere più di un operatore alla valutazione, sottraendolo dall’attività lavorativa, aspetto che fa spesso storcere il naso a datori di lavoro o responsabili che gestiscono le attività.

Questo aspetto si somma a quelli già noti come le difficoltà operative nel campionare tutte le attività rumorose in tempi relativamente brevi, simulare alcune attività in quanto non in programma in quei giorni, senza dimenticare la raccomandazione di eseguire le misure in diversi orari della giornata causando varie interruzioni.

Da qui nasce la riflessione: quanta energia, sia in termini di tempo che di denaro, servirebbe per caratterizzare con estrema precisione il rumore in un’azienda?

Senza cimentarci in calcoli improvvisati, si potrebbe rispondere che andare alla ricerca di questa estrema precisione comporta uno “spreco” di denaro, soprattutto considerando che a pesare sul calcolo del LEX,8h è, spesso, più il tempo di esposizione al singolo task, che la relativa precisione o incertezza. Risulta senza dubbio più saggio investire in misure atte a ridurre il rumore, vero scopo della valutazione del rischio.

Lisa Servizi è in grado di effettuare per i propri clienti la valutazione del rischio rumore negli ambienti di lavoro. 

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