Pubblicato l’Elenco delle Aree Prioritarie e gli Obblighi per i Datori di Lavoro
La Regione Veneto ha pubblicato il primo elenco delle aree prioritarie per il rischio radon, in attuazione della normativa nazionale sulla protezione dai pericoli derivanti dall’esposizione al gas radon. Queste aree (comuni) sono state individuate dove si stima che la concentrazione media annua di radon in aria superi il livello di 300 Bq/m³ in almeno il 15 per cento degli edifici.
I comuni individuati dalla Regione Veneto si trovano nelle province di Belluno (Borca di Cadore, Cibiana di Cadore, Ospitale di Cadore, Perarolo di Cadore, Rivamonte Agordino, San Vito Di Cadore e Tambre), Padova (Cinto Euganeo, Torreglia e Vo’), Treviso (Fonte, Ponzano Veneto e Vedelago), Vicenza (Dueville, Foza, Lusiana Conco, Schio, Valdagno, Valdastico e Valli Del Pasubio) e Verona (Selva di Progno).
La normativa si applica ai luoghi di lavoro svolti nei sotterranei, nei locali semi-sotterranei o al piano terra situati in queste aree prioritarie, oltre a quelli individuati dal Piano Nazionale d’azione per il radon, come impianti di trattamento acqua, imbottigliamento acque minerali, centrali idroelettriche e stabilimenti termali.
Per le attività esistenti in locali semi-sotterranei o al piano terra nelle aree prioritarie della Regione Veneto, l’esercente (identificato nel datore di lavoro) deve effettuare la valutazione del rischio radon entro il 20 maggio 2027.
Le misurazioni della concentrazione media annua di radon devono essere completate entro 24 mesi dall’inizio dell’attività per nuovi luoghi sotterranei e stabilimenti termali, o per attività in locali semi-sotterranei o al piano terra nei comuni individuati.
Se la concentrazione media annua di radon non supera i 300 Bq/m³, l’esercente deve elaborare e conservare un documento con l’esito delle misurazioni per otto anni, integrandolo nel DVR (Documento di Valutazione dei Rischi).
Le misurazioni vanno ripetute ogni otto anni o in caso di lavori strutturali importanti. Qualora il livello superi i 300 Bq/m³, l’esercente è tenuto ad attuare misure correttive, avvalendosi di un esperto di interventi di risanamento radon, entro due anni dal rilascio della relazione tecnica. Se, nonostante le misure, il livello rimane superiore a 300 Bq/m³, un esperto di radioprotezione dovrà valutare le dosi efficaci annue. Le misurazioni possono essere effettuate solo da servizi di dosimetria riconosciuti.
Lisa Servizi può effettuare le misurazioni e la valutazione del rischio radon.
Per saperne di più invia una mail a commerciale@lisaservizi.it