Le intense ondate di calore che stanno colpendo l’Italia hanno spinto numerose Regioni a emanare ordinanze a tutela dei lavoratori, soprattutto nei settori più esposti come l’agricoltura, il florovivaismo, l’edilizia e le cave. Molte di queste prevedono il divieto di svolgimento di attività lavorative all’aperto nelle ore più calde, tipicamente tra le 12:30 e le 16:00, nei giorni in cui il sito Worklimate.it segnala un livello di rischio “ALTO” per attività fisica intensa al sole. Tali divieti, con validità variabile fino a fine agosto o metà settembre, mirano a prevenire gravi problemi di salute legati allo stress termico.
L’ordinanza n. 34 della Regione Veneto
Le disposizioni per contrastare l’impatto dello stress termico ambientale sulla salute dei lavoratori
Il 1 Luglio è arrivata anche l’Ordinanza della Regione Veneto, Luca Zaia ha firmato le misure urgenti volte a proteggere i lavoratori che svolgono lavori all’aperto nei settori dell’agricoltura, edilizia e cave. Dal 3 Luglio al 31 Agosto è vietato svolgere attività lavorative all’aperto dalle 12:30 alle 16:00 nelle “aree del Veneto in cui, secondo i dati scientifici aggiornati in tempo reale dal portale Worklimate, viene rilevato un livello di rischio ‘ALTO’ per i lavoratori esposti al sole e impegnati in attività fisica intensa”, nel comunicato si specifica inoltre che “l’ordinanza si si estende anche alle lavorazioni svolte in ambienti chiusi non climatizzati, se condizionate dal calore esterno. Sono invece escluse, pur con obbligo di protezione adeguata, le attività urgenti di pubblica utilità e di protezione civile, per le quali è comunque richiesta la valutazione del rischio da parte del datore di lavoro, in coerenza con quanto previsto dal D.Lgs. 81/2008”.
Di seguito è scaricabile il BUR n.87 del 1 Luglio 2025 contenente l’Ordinanza
Sostegno alle imprese: integrazione salariale per sospensione o riduzione dell’attività lavorativa a causa del caldo eccessivo.
L’INPS, con Messaggio n.2736 del 26-07-2024, aveva già chiarito che a fronte di sospensioni lavorative forzate per caldo estremo le imprese potranno richiedere trattamenti di integrazione salariale (CIGO, assegno di integrazione salariale del FIS e dei Fondi di solidarietà bilaterali).
Più dettagli sono forniti nel testo del messaggio pubblicato sul sito di INPS
Valutazione del rischio microclima, gli obblighi del datore di lavoro
Gli obblighi del datore di lavoro rimangono centrali nella prevenzione. Il D.Lgs. 81/2008 impone la valutazione di tutti i rischi, incluso lo stress da calore. Tra le misure essenziali vi sono l’acclimatazione dei lavoratori, la modifica degli orari di lavoro, l’aumento delle pause in aree fresche e ombreggiate, la rotazione dei compiti, e la garanzia di adeguata idratazione con acqua potabile fresca. Fondamentale è anche la sorveglianza sanitaria obbligatoria e la formazione e informazionedei lavoratori sui rischi e sui sintomi.
Per un approfondimento tecnico, sono disponibili guide essenziali come la Guida dell’UE “Calore sul lavoro” (OSHA) e i documenti Inail “Ambienti severi caldi – Prevenzione e protezione (DPI)”e “Ambienti severi caldi – Norme tecniche e indici di stress termico”. Questi documenti dettagliano le malattie correlate al calore, le misure di primo soccorso, e l’applicazione di indici di stress termicocome il WBGT (Wet Bulb Globe Temperature) e il PHS (Predicted Heat Strain) per una valutazione accurata del rischio. Essi offrono un quadro completo per la gestione proattiva del rischio microclimatico.
Lisa Servizi fornisce il servizio di valutazione del rischio microclima.
Per ricevere un’offerta o conoscere i dettagli invia una mail a commerciale@lisaservizi.it