Pubblicato il 05 Dicembre 2012

Nuovamente il recepimento delle direttive Europee sul D.Lgs 81/08 da parte dell’Italia non è avvenuto nel modo corretto e ha portato ad un’altra mora dall’Unione Europea.
I punti contestati sono 2:
- Violazione art. 5 direttiva 89/391/CEE: deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega;
- Violazione art. 9 direttiva 89/391/CEE: proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un'impresa esistente
La prima violazione, di fatto quella più rilevante, riguarda l’articolo 16 del Testo Unico sulla Delega di funzioni che già in fase di stesura è stata oggetto di critiche. Questa norma, introdotta dal D. Lgs. 106/09, è stata chiamata “salva-manager”.
La seconda violazione si riferisce alla proroga dei termini (90 giorni) per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi per le nuove imprese o per modifiche significative nelle imprese esistenti.
Se entro due mesi non avverrà un adeguamento del D. Lgs. 81/08 che porrà fine alle infrazioni, la Commissione potrà ricorrere alla Corte di Giustizia Europea e l’Italia rischierà pesanti sanzioni.
I punti contestati sono 2:
- Violazione art. 5 direttiva 89/391/CEE: deresponsabilizzazione del datore di lavoro in caso di delega o subdelega;
- Violazione art. 9 direttiva 89/391/CEE: proroga dei termini prescritti per la redazione di un documento di valutazione dei rischi per una nuova impresa o per le modifiche sostanziali apportate a un'impresa esistente
La prima violazione, di fatto quella più rilevante, riguarda l’articolo 16 del Testo Unico sulla Delega di funzioni che già in fase di stesura è stata oggetto di critiche. Questa norma, introdotta dal D. Lgs. 106/09, è stata chiamata “salva-manager”.
La seconda violazione si riferisce alla proroga dei termini (90 giorni) per la stesura del Documento di Valutazione dei Rischi per le nuove imprese o per modifiche significative nelle imprese esistenti.
Se entro due mesi non avverrà un adeguamento del D. Lgs. 81/08 che porrà fine alle infrazioni, la Commissione potrà ricorrere alla Corte di Giustizia Europea e l’Italia rischierà pesanti sanzioni.
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