Pubblicato il 03 Marzo 2015

Presentato in questi giorni lo studio “Prendersi cura di chi ci cura” svolto da Anmil (Associazione Nazionale dei Mutilati e Invalidi del Lavoro) sul fenomeno infortunistico in ambito sanitario in cui il numero di lavoratrici infortunate è superiore a quello degli uomini, sia in termini assoluti che relativi.
Lo studio sottolinea come nel settore sanitario italiano sia caratterizzato da una fortissima presenza femminile, infatti su 1,2 milioni di lavoratori 850 mila sono donne.
Il 70% del personale sanitario è donna e, a differenza di quanto si pensa, non svolge solamente i ruoli “tradizionali” di infermiera o ausiliaria, anzi nell’ultimo ventennio la quota di direttori generali e medici è arrivata sino al 60%.
Come per tutti gli altri settori, anche nella sanità negli ultimi anni vi è stata una flessione degli infortuni che purtroppo ancora non si avvicina al trend generale del 25 %, ma si è fermata al 13,7 %, con un numero di infortuni che nel 2009 era pari a 37mila mentre nel 2013 è di quasi 32mila.
Più della metà degli infortuni avvengono in ambito ospedaliero o in case di cure, e per un terzo dei casi coinvolgono infermiere. La causa principale di infortunio sono le cadute, dovute alle tante barriere architettoniche ancora presenti negli ospedali, mentre le movimentazioni sotto sforzo dovute soprattutto al sollevamento e allo spostamento dei pazienti costituiscono il 17% delle cause di infortunio.
Un altro rischio specifico che coinvolge un gran numero di lavoratrici è l’aggressione da parte di pazienti, dei loro parenti o di altri utenti che nel 2013 ha portato ad 851 casi in ambito sanitario su quasi 4mila casi totali.
Per saperne di più ed avere maggiori informazioni all’indirizzo di seguito riportato è possibile leggere “Prendersi cura di chi ci cura”.
http://www.anmil.it/Portals/0/00_8%20MARZO/8%20MARZO_2015/Cartella%20stampa/9_%20Volume_Prendersi%20cura%20di%20chi%20ci%20cura.pdf